Maria, Madre e Regina del Carmelo, Tu hai saputo discernere la Verità ed hai creduto alla promessa, Tu sei Colei che la Vetta del Monte l’hai portato in grembo per la salvezza delle creature. Di Te si narrano meraviglie e grandezze, ma di Te poco si comprende l’esempio offerto con la sola presenza e assenza di parola, poiché al mondo hai dato Colui che è Parola.

Il mese di luglio ci accompagna con alcuni eventi per la Chiesa e per i fedeli davvero importanti: quello del Preziosissimo Sangue, la festa di S. Benedetto Patrono d’Europa, la memoria di Maria coronata col titolo di Regina del Carmelo. Oggi, ci soffermeremo su ciò che rappresenta e significa questa festa per gli amanti della spiritualità carmelitana e per i cristiani di tutti i tempi, con il desiderio di offrire, lo speriamo, momenti per una riflessione profonda su uno dei tanti Titoli con i quali è denominata la Madre del Signore. Uno sguardo alla storia: questa festa è tra le più antiche e le più amate dalla cristianità, legata alla spiritualità dei Frati della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo (Carmelitani). La festa istituita per commemorare l’apparizione del 16 luglio 1251 a san Simone Stock, all’epoca priore generale dell’ordine carmelitano, durante la quale la Madonna gli consegnò uno scapolare (dal latino scapula, spalla) in tessuto, rivelandogli notevoli privilegi connessi al suo culto. Nel Primo Libro dei Re dell’Antico Testamento si racconta che il profeta Elia, raccolse una comunità di uomini proprio sul Monte Carmelo (in aramaico giardino), operò in difesa della purezza della fede in Dio, vincendo una sfida contro i sacerdoti del dio Bàal. I religiosi edificarono una chiesetta in mezzo alle loro celle, dedicandola alla Vergine e presero il nome di Fratelli di Santa Maria del Monte Carmelo. Il Carmelo acquisì, in tal modo, i suoi due elementi caratterizzanti: il riferimento ad Elia ed il legame a Maria Santissima. Il Monte Carmelo, dove la Tradizione afferma che qui la Sacra Famiglia sostò tornando dall’Egitto, è una catena montuosa, che si trova nell’Alta Galilea, una regione dello Stato di Israele e che si sviluppa in direzione nordovest-sudest da Haifa a Jenin.

 Fra il 1207 e il 1209, il patriarca latino di Gerusalemme Alberto di Vercelli, redasse per gli eremiti del Monte Carmelo i primi statuti (la cosiddetta regola primitiva o formula vitae). I Carmelitani non hanno mai riconosciuto a nessuno il titolo di fondatore, rimanendo fedeli al modello che vedeva nel profeta Elia uno dei padri della vita monastica. La regola, che prescriveva veglie notturne, digiuno, astinenza rigorosi, la pratica della povertà e del silenzio, venne approvata il 30 gennaio 1226 da papa Onorio III con la bolla Ut vivendi normam. Le notizie sulla vita di san Simone Stock (Aylesford, 1165 circa – Bordeaux, 16 maggio 1265) sono scarse. Dopo un pellegrinaggio in Terra Santa, maturò la decisione di entrare fra i Carmelitani e, completati gli studi a Roma, venne ordinato sacerdote. Intorno al 1247, quando aveva già 82 anni, venne scelto come sesto priore generale dell’Ordine. Si adoperò per riformare la regola dei Carmelitani, facendone un ordine mendicante: PapaInnocenzo IV,nel 1251,approvò la nuova regola e garantì all’Ordine anche la particolare protezione da parte della Santa Sede. Proprio a san Simone Stock, che propagò la devozione della Madonna del Carmelo e compose per Lei un bellissimo inno, il Flos Carmeli, la Madonna assicurò che a quanti si fossero spenti indossando lo scapolare sarebbero stati liberati dalle pene del Purgatorio, affermando: “Questo è il privilegio per te e per i tuoi: chiunque morirà rivestendolo, sarà salvo”.La consacrazione alla Madonna, mediante lo scapolare, si traduce anzitutto nello sforzo di imitarla, almeno negli intenti, a fare ogni cosa come Lei l’avrebbe compiuta, ma anche di seguirla in una sequela attenta, fedele, fiduciosa. Tra le tradizioni legate a questa festività, citiamo quella dello Scapolare:molti battezzati indossano – spesso con una punta di sano orgoglio – lo Scapolare della Madonna del Carmelo. Ci domandiamo quale possa essere il reale valore di quest’oggetto, che sa d’antico, sì, è vero sa di antico, ma dice convinzione, gioia di vivere gli impegni battesimali, amore verso Maria, Madre di Gesù e Madre Nostra. Le origini dello Scapolare affondano le radici nell’uso medievale di rivestire dell’abito religioso o di parte di esso chi desiderasse condividere i benefici spirituali dell’Ordine, seguendone la spiritualità.

L’Abitino, così chiamato, è segno di consacrazione a Maria ed esprime la nostra volontà di camminare con Lei, accompagnati e sorretti dalla sua mano materna, verso la pienezza di comunione, verso la “vetta del monte, che è il Signore Gesù”. Ma è anche il segno della protezione e della difesa che Maria opera nella vita del cristiano. Inoltre proprio perché un “sacramentale”, lo Scapolare ci ricorda e ci aiuta a crescere nel personale rapporto con Maria, Madre di Gesù, Madre della Chiesa. Secondo un antico titolo mariano, Maria viene chiamata anche la Domina Loci, cioè la Signora del luogo. Come tale Maria Vergine cura la protezione e la vita dei carmelitani e, come sottolineava il Baconthorp, questi “con le loro gesta onoravano la Signora del luogo”. Attraverso l’Ordine Carmelitano viene lodata stupendamente la Sposa, cioè Maria. Maria è paragonata al Monte Carmelo. Essa stessa è infatti un monte sul quale Dio ha voluto abitare (Sal 67,17). Attraverso questo monte viene fatto dono della vita e della gloria ad ogni carne e ad ogni essere razionale. Maria viene paragonata al Carmelo per l’eccellenza della vita contemplativa. Quel monte infatti profuma quasi come un paradiso per le diverse specie di frutti e fiori e per questo è un luogo che solleva ad un’alta contemplazione. Là si trovano diverse cellette nelle quali viveva in modo santo Elia profeta per dedicarsi frequentemente alla contemplazione.

Maria è paragonata a questo monte per il soave profumo che manda il Carmelo. Essa stessa infatti proclama “Ho emanato un soave profumo” (Eccli. 24,23). Maria è la casa di Dio e la porta del Cielo (Gen 28,17) la quale a tutti coloro che sono nella disperazione, grida: “Chi ha sete venga a me e beva” (Gv 7,37) perché in Maria si trova ogni grazia della via e della verità e in lei risiede ogni speranza. Ma il giardino speciale di Maria, il Carmelo, è un giardino chiuso da un muro attraverso l’osservanza dell’obbedienza; è una sorgente d’acqua a causa di una strettissima castità; è una sorgente sigillata attraverso la rinuncia delle cose temporali. “Parlando delle origini della mia vocazione sacerdotale, non posso dimenticare il filo mariano.  C’era sulla collina del mio paese d’origine un monastero Carmelitano, la cui fondazione risaliva ai tempi di San Raffaele Kalinowski. Gli abitanti di Wadowice lo frequentavano in gran numero, e ciò non mancava di riflettersi in una diffusa devozione per lo Scapolare della Madonna dei Carmine. Anch’io lo ricevetti, credo all’età di dieci anni, e lo porto tuttora”.  (San Giovanni Paolo II dal libro Dono e Mistero”).

Concludiamo con una tra le più antiche invocazioni rivolte a Maria, Regina e Decoro del Carmelo.

Preghiera alla Madonna del Carmelo

O Maria, Madre e decoro del Carmelo, a te consacro oggi la mia vita, quale piccolo tributo di gratitudine per le grazie che attraverso la tua intercessione ho ricevuto da Dio. Tu guardi con particolare benevolenza coloro che devotamente portano il tuo Scapolare: ti supplico perciò di sostenere la mia fragilità con le tue virtù, d’illuminare con la tua sapienza le tenebre, e di ridestare in me la fede, la speranza e la carità, perché possa ogni giorno crescere nell’amore di Dio e nella devozione verso di Te. Lo Scapolare richiami su di me lo sguardo tuo materno e la tua protezione nella lotta quotidiana, si che possa restare fedele al Figlio tuo Gesù e a Te, evitando il peccato e imitando le tue virtù. Desidero offrire a Dio, per le tue mani, tutto il bene che mi riuscirà di compiere con la tua grazia; la tua bontà mi ottenga il perdono dei peccati e una più sicura fedeltà al Signore. O Madre amabilissima, il tuo amore mi ottenga che un giorno sia concesso a me di mutare il tuo Scapolare con l’eterna veste nuziale e di abitare con Te e con i Santi del Carmelo nel Regno beato del Figlio tuo che vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Prof.ssa Maria Pia Cirolla – Teologa

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