“Don Gabriele Amorth e l’essenza del male!” (Prima Parte)
di Maria Pia Cirolla

Vorrei che padre Gabriele (così ero solita chiamarlo) mi aiutasse a trovare le parole giuste per dire qualcosa su di lui, sul suo apostolato e sul servizio reso come esorcista ma, più di tutto, vorrei parlare di lui come padre affettuoso e premuroso, qual è sempre stato per me, con la speranza di essere una delle tante voci che si alzano a dire di lui quale discepolo di Gesù, discepolo fedele che ha osservato le indicazioni del Vangelo “ero malato e mi avete visitato” e ancora “nel Mio nome scaccerete i demòni”.
Il male come definizione generale è l’assenza o la mancanza del bene, quel bene che sa riconoscere il senso della speranza cui si è chiamati e lo diffonde attorno quando lo si possiede dentro sé stessi. In questo articolo desideriamo tracciare a grandi linee un identikit su questo sacerdote che ben si è distinto nella lotta al male nel suo senso estremo ovvero quel male che pervade le creature possedendone il corpo, quel male che è la radice di ogni devianza personale e individuale, quel male che si maschera di bene e ne distorce la natura.
Chi era padre Amorth quasi tutti lo sanno; un sacerdote della Società San Paolo, entrato in questo ordine religioso da adulto, ma anche il più grande esorcista della Diocesi di Roma, nonché Presidente degli Esorcisti per moltissimi anni a livello europeo. Venuto a mancare il 17 settembre 2016. Prima di diventare sacerdote si è laureato in giurisprudenza divenendo un buon avvocato e ricoprendo diversi ruoli in politica.
La sua vocazione sacerdotale matura da adulto, sarà determinante l’incontro con il Beato Don Giacomo Alberione di cui era innamorato per l’operosa carità apostolica. Tralasciando le note biografiche ci soffermiamo brevemente sulla figura del sacerdote e del padre Don Amorth che è ciò che abbiamo vissuto per 20 anni e più. Sono stata e, lo sento di essere ancora, una sua figlia spirituale, ho avuto il grande dono di vivere momenti di intensa spiritualità standogli accanto.
Molte le cose che ho ascoltato con passione e devozione; ho visto in lui una voce dello Spirito Santo agire e operare nella carità, ma soprattutto, mi ha colpito l’uomo innamorato di Gesù sofferente nella Passione. Grande amore nutrito per Maria, la Madre Celeste che venerava con un affetto assoluto.
Sulle sue labbra non mancava mai una parola di ringraziamento per ogni cosa ricevuta da Gesù e da Maria visti come modelli e guide del cammino. L’elemento che colpiva maggiormente durante i nostri colloqui spirituali era la sua simpatia contagiosa e la sua umiltà mostrata in ogni gesto, mai forzata o artefatta. Narrava alcune volte come alcuni gli facevano dire cose che lui non aveva mai detto, ma che le permetteva e le tollerava purché si benedicesse e si lodasse il Signore. Durante un’intervista un giornalista gli chiese: “Padre Amorth, ma lei ha paura del demonio?” Rispose: “Non sono io che devo avere paura di lui ma è il demonio che deve avere paura di me”; questa frase venne interpretata in malo modo e ne soffrì enormemente perché sembrava che volesse accentrare su di se un potere che invece apparteneva al Signore Gesù. Questo episodio lo fece riflettere su una certa tipologia di giornalismo piuttosto banale che non fa altro che aspettare quella frase, quel piccolo episodio per attaccare, denigrare e screditare, cosa che non amava in verità.
La sua straordinaria simpatia: a volte succede nella vita di vivere momenti bui, pieni di preoccupazioni, così è successo anche nella vita di chi oggi racconta. Un giorno recatami in visita da lui, e presentatami piuttosto provata lo sentii dirmi:” Cara Maria Pia, mettiti davanti allo specchio e fatti una bella risata…il Signore ama la gioia e ci vuole nella gioia. Sorridi e abbi fiducia in Gesù e in Maria. Sono loro la vera e unica gioia della nostra vita!”.
La sua indiscutibile carità: In diverse situazioni, feste, anniversari o compleanni, quando mi capitava vedevo sempre dire a Padre Gabriele circa i doni che riceveva “io non ne ho bisogno ma li darò a chi è in difficoltà”. Mai accettava per se doni, regali di diversa natura, li offriva a chi si trovava nel bisogno.
Circa il suo apostolato di esorcista: mi sono resa conto da sola che era molto amato da Gesù un giorno che sono andata a trovarlo e non stava proprio bene! Gli chiesi: “Padre Gabriele, ma perché ha un occhio nero, che è caduto? Mi rispose col sorriso: “No, Maria Pia, durante un esorcismo, il demonio mi ha fatto sferrare un pugno perché sosteneva che gli stavo portando via un’anima nel nome di Gesù Cristo!”. La cosa che mi colpì di questo episodio era la sua assoluta serenità nel vivere una vita scomoda anche davanti a ostacoli come questo che umanamente non si possono accogliere se non per amore di Qualcuno e per amore alla Verità.
I suoi maestri come esorcista oltre Gesù, sono stati Padre Candido, famoso esorcista della Diocesi di Roma, dal quale diceva sempre, aver appreso tutto quello che era necessario sapere su come essere un bravo esorcista e San Pio da Pietrelcina di cui era figlio spirituale e del quale sperimentava la potenza della sua intercessione durante gli esorcismi. Anche su questo quando qualche volta capitava che gli chiedevano il motivo della sua fama, rispondeva con ironia: “Sì, è vero, sono il più famoso, ma non vuol dire il più efficace tra gli esorcisti!”.
La sua dolcezza paterna commovente: nei miei confronti è sempre stato molto paterno e protettivo; usava sempre trovare la via del sorriso come cura e terapia davanti a tante difficoltà della vita reale! Uomo semplice e davvero umile, ci tengo a sottolinearlo, non ha mai lasciato che la fama, il successo della figura oscurasse la sua realtà di ministro e di sacerdote, amando in semplicità tutti coloro che si presentavano a lui. Lavorava con un ritmo umanamente insostenibile: non vi era una domenica, un Natale, una Pasqua che non si metteva al servizio delle anime che avessero bisogno di lui per qualsiasi motivo. I suoi libri sono una concreta testimonianza di come la realtà del male esiste ed è efficace ed operosa. Affascina e attira a sé molti anche insospettabili personaggi, il male. Come si può – dissi a lui – arrivare a questo punto? Mi rispose con la sua solita dolcezza e simpatia: “Maria Pia guarda che il maligno può fare solo quello che gli viene permesso da Gesù, ma che resta legato come un asino e Dio lo tiene sotto il Suo potere perché si sappia che è Lui che avrà l’ultima parola sulla storia. Il bene trionferà sempre, alla fine!”
A questo, come a tanti altri episodi narrati, ho potuto comprendere che le devastanti conseguenze provocate dal male sono incalcolabili. Tra le più devastanti conseguenze del suo operato possiamo assistere a quella che vede realmente il deturparsi della dignità della persona. Il male è male sempre, mai scendere a patti o a compromessi con lui. Alcune volte se ne confonde la radice e si attribuisce a Dio l’origine senza considerare che esiste il libero arbitrio e che la creatura è legata al Suo Creatore con un patto che si basa e si fonda nella libertà. Si può scegliere di compiere il male qualunque sia la sua natura dove lo si lascia agire.
La famiglia: tra le cose che gli stavano più a cuore era il vedere come un feroce attacco mediatico e sociale, minacciasse i valori più importanti della nostra società e in specie quello sulla famiglia. Sapendo del nostro lavoro con i giovani più volte abbiamo parlato del modo migliore per aiutare i ragazzi a crescere in modo equilibrato, come affrontare i numerosi pericoli che si nascondono dietro una certa realtà mediatica che li attira e li allontana dal bene. Si rese disponibile per una diretta in video conferenza rispondendo a domande che i ragazzi gli rivolgevano sul male, sul peccato, sulle droghe, su un certo tipo di musica satanica e via dicendo. Penso sia stato un giorno meraviglioso per quei ragazzi i quali ancora oggi ringraziano per l’esperienza vissuta.
Un sacerdote innamorato della sua vocazione, disponibile a tempo pieno per le anime che si rivolgevano a lui, senza riservare un solo momento di riposo per sé. Un padre amorevole, attento, discreto esigente ma profondamente misericordioso. Umile sacerdote, sapeva trasmettere la gioia dei semplici e dei piccoli del vangelo (Cfr., Maria Pia CIROLLA, Il mio cammino con Don Padre Gabriele Amorth, Edizioni Segno 2019).

Di Consuelo Noviello

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