“Non è qui, è Risorto”
Ma è davvero Risorto?

Sono ancora accesi i ricordi nel cuore dei discepoli, nei cuori delle donne che lo hanno seguito sulla via dolorosa! Gli scherni, le beffe che di Lui si sono fatti! I sorrisi dei soldati che a turno lo deridevano, tirandosi a sorte le sue vesti e coronandolo di spine. Il grande Pilato che gli aveva detto che dipendeva da lui la sua salvezza o la sua morte, dopo che i suoi glielo avevano consegnato per farlo giudicare. Rimangono vive nei cuori le grida strazianti di una Madre, Sua Madre, Nostra Madre, Maria, Lei che accoglie tra le braccia il Figlio senza vita dopo avere esalato l’ultimo respiro sul legno di una croce, come un malfattore, come chi ha compiuto opere di morte e meritevoli perciò di condanna.
Tra questi ricordi, ai quali ognuno di noi può aggiungere o togliere altri, si apre la finestra su questa Domenica, giorno di Luce, giorno di riscatto, giorno dei salvati, giorno di doni, di Grazie e di benedizioni: è la Pasqua del Signore! “Surrexit Christus spes mea”, Cristo nostra Speranza è Risorto! La Chiesa vestita del candore della festa annuncia al mondo che quei ricordi sono cancellati, che il Dio della vita è Risorto, lascia la scena di questo mondo nella Gloria con la Sua Risurrezione. Accade che tutte le malvagità inferte, tutte le oscenità di un sacrificio a vantaggio dei molti, terminano con questo giorno, e indicano un cammino nuovo, indicano che il male non avrà la sua ultima parola, sussurrano, senza chiasso, senza baldoria, senza clamore che, Dio è Dio nei Cieli, sulla Terra e lo è anche Dio degli inferi, strappando dalla morte coloro che della morte ne sono stati la ragione. I brani di questa domenica nella Liturgia della Parola sottolineano questo fatto, sanno descrivere bene come, un simile avvenimento, abbia dell’incredibile, per usare un linguaggio moderno e sorprendente: la tomba, dopo che aveva ospitato il suo corpo, è ora vuota!! La pietra che la chiudeva srotolata via, le bende con cui il Suo corpo era avvolto, raccolte ordinatamente e lasciate in un angolo nel Sepolcro, rimasto vuoto!! Tutto ora perde la sua forza alla maniera umana, tutto è lì nella sua realtà piccola e insignificante, e Dio torna ad essere ciò che è sempre stato, Signore, Kyrios, Maestro, Fratello, Amico, Sposo, Figlio, semplicemente Dio!!! Ora che cosa gridano le potenze del mondo? Cosa riescono a giustificare di questo fatto che sa dell’impossibile, quasi di magia, quasi di assurdità? Cosa avvertono nel cuore i dotti, i sapienti che gridavano nel Pretorio, noi abbiamo un solo Re ed è Cesare? Eppure arriva l’alba, arriva il mattino, arriva la Luce, arriva la certa speranza, arriva la felicità che non urla, non alza la voce, non sfida le potenze, non cambia identità, non causa malumori, ma dice di sé di ciò che di Bene abita in sé ed è l’AMORE!!! Nel Vangelo le parole che restano scolpite nel cuore sono quelle pronunciate da due uomini vestiti in abiti sfolgoranti a dire alle donne che chi stavano cercando non era lì, ma: “Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto” (Cfr. Lc 24,4-6). Ora la meraviglia è grande, totale, assoluta, quel Gesù che avevano pianto, che avevano compatito, che avevano sbeffeggiato, che avevano malmenato, che avevano coronato di spine, premio regale della cecità becera della creatura che si sovrappone al Creatore e si sente potente, ora tutto ciò che era stato motivo di tristezza, cambia pelle, cambia natura, oggi è dono, è gioia, è benedizione, è causa di felicità immeritata, è ragione di speranza futura, indica un sentiero, indica che la méta futura passa sì da una croce, passa sì dal sangue sparso, resta immobile dinnanzi alla crudeltà deliberatamente inferta, ma esce Gloriosa, dona un volto nuovo, non più col colore del sangue, ma col colore della Luce della Nuova Alleanza, libera da lacci che tenevano stretti il collo alla schiavitù della morte e del peccato. In questo giorno, l’alba ha il sapore della buona notizia, ha il profumo della libertà, non da qualcuno ma da qualcosa che limita lo spazio dell’anima che ogni creatura deve poter respirare e godere. Ma è proprio così? Cioè è davvero Risorto questo Dio della Gloria? Perché dubitare, perché mettere una sottolineatura simile e gettare ombre che impediscono la piena e totale allegria? Certe volte ce lo domandiamo, altre volte non osiamo domandarcelo. Stando alla realtà di Risurrezione poco sa lo scenario di questo mondo! No, non è pessimismo, ma sentimento diffuso. Se fosse davvero Risorto, nei cuori di tutti, perché regna ancora la disuguaglianza? Se fosse davvero Risorto per tutti, perché la ingiusta e ingiustificata discriminazione? Se fosse davvero Risorto nelle vite dei suoi figli, tutti, indipendentemente dal loro credo, dalla loro appartenenza religiosa, perché la morte provocata per acquisire potere? Ri – sorgere, intende non ri – petere in maniera gratuita le cattiverie sui più fragili, quanto ri-nascere nella novità di un cuore che è stato salvato a caro prezzo. La più grande felicità sarà quando si tornerà a far primeggiare l’amore, la giustizia, la pace in ogni angolo della terra, la felicità sul volto dei più piccoli, quando tornerà il senso di responsabilità a dirigere le proprie scelte, quando si smetterà di mentire per ottenere qualcosa che aumenta solo il benessere individuale e non collettivo. Sarà Risorto quando ai bambini sarà data la dignità del loro essere creature fragili, senza dover soffrire perché qualcuno toglie loro il sorriso. Sarà davvero Risorto quando ogni individuo non patirà la fame, quando non ci sarà una guerra piccola o grande a seminare la morte fisica e del cuore. Quando i doni restano doni e si sarà capaci di gestirli con passione, con fedeltà e con gratuità. Le parole degli uomini in abito sfolgorante sono rivolte anche a noi, sono per noi: dove pensiamo di trovare il Signore? Perché lo cerchiamo “tra i morti”, nei rivoli di insensatezza della nostra vita? Non è lì! Egli è il Risorto: facciamo memoria delle sue parole, che sono vive nel nostro cuore. Egli ci precede sempre “in Galilea”, là dove lo abbiamo incontrato, nella “mattina” della nostra vita, lo abbiamo sentito chiamare proprio noi e abbiamo lasciato tutto per seguirlo, intraprendendo la strada di bellezza che ci ha indicato. Poi è arrivata la fatica del giorno, forse la tempesta, certo la notte. Ma Lui è lo stesso ieri, oggi, sempre. E la sua Pasqua rinnova il mattino senza fine. Egli è vivo, ci restituisce l’entusiasmo della prima ora, ci attende ancora lì, ci chiama di nuovo con lo stesso amore. Tocca a noi oggi ripetere il nostro sì, rinnovato, a Colui che vince la morte, la mia, la tua, la nostra morte!!!
Buona Pasqua!

 

Di Consuelo Noviello

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