Spazio all’Associazione Nazionale Asso. Noi Diciamo No!

Intervista alla presidente Maria Pia Cirolla

Come nasce l’”Associazione Nazionale Asso. Noi Diciamo No!” ?

“L’Associazione Nazionale Asso. Noi Diciamo No! ONLUS, che per la normativa è diventata O.D.V. (Organizzazione di Volontariato) nasce dopo una esperienza importante vissuta nell’ambiente scolastico, luogo deputato come tra i principali circuiti all’interno del quale i fenomeni di bullismo e cyberbullismo si innescano tra gli adolescenti.
A seguito di un episodio che ha portato al suicidio di una giovane ragazza di soli 13 anni, spinti e animati dal bisogno di intervenire per fare qualcosa in favore della prevenzione e formazione, ha avuto inizio questa straordinaria avventura.
Siamo una giovanissima Associazione, ma con nel cuore il desiderio, la passione, l’entusiasmo e l’impegno volto a sostenere e aiutare nella prevenzione i giovani nativi digitali, per far sì che il web sia un modo di comunicazione utile e interessante e che non si trasformi in un incubo se utilizzato male”.

Quali i motivi, le priorità dell’Associazione?

“ Parlare di bullismo e cyberbullismo aiutando le giovani sentinelle digitali, alla comprensione di un utilizzo sicuro del web, evitando tutte quelle modalità che possono ledere l’altrui dignità o privacy. Vengono effettuati incontri di sensibilizzazione con specialisti del settore, dal sostegno di psicoterapeuti, psicologi, a assistenti sociali che lavorano nell’ambito della giustizia minorile, a membri della Polizia di Stato nel servizio di Polizia Postale delegata a controllare le varie minacce ricevute via web”.

Lo scopo principale dell’Associazione?

“Scopo principale dell’Associazione è quello di portare all’interno degli ambienti scolastici, con la collaborazione delle autorità e degli operatori del settore, delle Autorità politiche, dei DS, degli insegnanti, del personale Ata, dei genitori e degli adolescenti, la consapevolezza che l’utilizzo di un linguaggio scorretto, può scatenare, specie se vessatorio e ripetuto nel tempo, conseguenze devastanti fino a quelle inimmaginabili, ovvero al suicidio o ad altre forme di malattie psicologiche.
I temi trattati prevedono anche interventi di testimonianze delle vittime di bullismo che hanno scelto di collaborare con la nostra Associazione che mettono a disposizione la loro esperienza vissuta per aiutare alla comprensione che non sempre ci si rende conto della gravità messa in atto da strategie di umiliazione, che spesso vengono chiamate “scherzo”, che spingono le vittime in questione all’isolamento e ancor peggio a forme di autolesionismo di diverso genere”.

Prevenzione e formazione….quanto è importante?

“Riteniamo per l’esperienza acquisita fino ad oggi, che fare una buona e incisiva prevenzione sia importante, ma più importante è lo studio oltre ad una ricerca competente che vuole mettere in campo professionisti del settore. In tema di bullismo e cyberbullismo non ci si improvvisa formatori poiché un uso non consono di linguaggio o di strategie messe così sull’approssimativo, possono creare danni notevoli e a volte irreparabili.
Forse in alcuni momenti lo scoraggiamento e lo sconforto prevalgono poiché i fatti di cronaca riempiono le nostre vite di dolore e di adolescenti che ancora oggi si tolgono la vita perché vittime di gruppi o di singoli coetanei senza scrupoli. Serve la costante determinazione di donare il proprio tempo e la propria esperienza a servizio di una informazione sana e incisiva”.

Bullismo, cyberbullismo…quanto è importante il ruolo della famiglia e della scuola?

“Serve anche un coinvolgimento delle famiglie: importante ciò che è stato tracciato dal MIUR e dalla Legge 71/2017 là dove si parla di patto di corresponsabilità educativa!
La famiglia è la principale cellula formativa ed educativa nella vita di un adolescente; pertanto non si può più assistere a un delegare altri alla guida e crescita dei propri figli. La famiglia dovrebbe stabilmente collaborare con il mondo della scuola e rendersi attore principale nella crescita di un ragazzo/a che vede negli adulti a sé prossimi, i modelli educativi da imitare.
Così, dal canto suo, la scuola e il suo vasto e complesso mondo, deve essere un punto di riferimento importante, come a volte già dimostra di esserlo, ma deve anche assumersi le responsabilità di “denuncia” là dove se ne presenti l’occasione, di quei fatti che sono da considerare come lesivi nella vita dei ragazzi.
Quello che abbiamo in questi anni cercato di portare avanti, si basa sul desiderio profondissimo di essere, là dove dovesse presentarsene il bisogno, un punto di aiuto, di ascolto per i ragazzi che si dovessero venire a trovare in una situazione di disagio a motivo delle persecuzioni, vessazioni, insulti sui social o nell’ambiente scolastico.
La maggior parte dei fenomeni persecutori accadono all’interno dei cosiddetti centri di aggregazione, dove i ragazzi si trovano a stretto contatto.
Questo non esclude altri tipi o ambiti dove le azioni vengono a consumarsi: centri sportivi, oratori, palestre e luoghi di ritrovo comuni quali i parchi”.

Che cosa propone l’Associazione?

“Creare dei percorsi individuali e di gruppo per poter rendere visibile attraverso la testimonianza e con l’analisi del cosiddetto “linguaggio non ostile”, quello che normalmente si vive nella rete tra pari, in gruppo o tra singoli. Tali percorsi devono essere anche supportati dalle figure di riferimento, in specie, genitori, docenti ed educatori che vivono o che accompagnano la vita ordinaria dei nostri ragazzi. Perché su esperienze vissute, abbiamo potuto comprendere come la difficoltà maggiore sia dovuta alla scarsa o poca considerazione degli adulti che seguono i nostri giovani, con la loro poca partecipazione alla vita dei propri figli. Dicendo questo, non abbiamo nessuna intenzione di non mettere in evidenza quello che di buono, in vero, sia stato già portato a compimento da associazioni genitori e dagli operatori del settore per tentare di creare strategie comuni portando ad un contenimento dell’evolversi dei fenomeni sia di bullismo diretto che indiretto, così come pure nella diffusione di dati sensibili o cyberbullismo”.

Percorsi differenziati…ci spieghi meglio

“Questi percorsi differenziati prevedono il supporto di un’equipe di psicoterapeuti che aiutino alla comprensione delle conseguenze psicologiche ma anche cercare di sostenere la parte considerata forte, i bulli, che rappresentano anch’essi una parte da ritenersi fragile.
Stiamo sempre parlando di minori, e, tranne casi di micro criminalità conclamata, questi ragazzi esprimono nel disagio violento la loro disadattata condizione personale e in un certo senso da vittime, si trasformano inesorabilmente in carnefici. Ecco che la cosa più importante è suscitare un sano interesse che significa anche aiutare a confrontarsi in modo sereno. Oltre agli psicologi, abbiamo anche il supporto legale per aiutare in quelle difficoltà nel delicato rapporto tra le parti quando il contenzioso diventa forte e violento che possa offrire anche un sostegno per affrontare le dispute, che si spera sempre possano riuscire a risolversi in via di equilibrio e saggezza.
Oltre questo proponiamo percorsi per gruppi classe con l’idea che tra ragazzi esista una possibilità di confronto che aiuti il chiarimento mediante la realizzazione di progetti multimediali che mettano in evidenza quanto vivono in silenzio come relazione tra loro i ragazzi in gruppo.
Abbiamo collaborato e collaboriamo con enti, sindacati, associazioni per tentare strategie comuni di intervento; creiamo percorsi didattici su misura in base alle difficoltà che ogni singola realtà prevede”.

Quali sono stati gli ultimi progetti realizzati?

“Durante questi circa due anni di pandemia, abbiamo creato un format web con la realizzazione delle dirette streaming per far presente con l’ausilio di specialisti del settore la delicata situazione, affrontando sotto molti aspetti il delicato mondo dell’adolescente visibile sul web. Abbiamo creato percorsi sulla cybersecurity e web reputation per creare personale idoneo e preparato ad affrontare anche questo delicato aspetto della privacy e della violazione dei dati sensibili.
Siamo certi che la collaborazione di tutte le parti, lavorando in maniera compatta, possa continuare a portare i frutti sperati”.

 

Di Consuelo Noviello

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