Abbiamo rivolto alcune domande alla presidente dell’associazione “Un Ricordo per la pace”, Elisa Bonacini, per approfondire la conoscenza dell’associazione.

 Perché la scelta del nome “Un ricordo per la pace”?

“Abbiamo voluto dare questo nome alla nostra associazione ispirandoci al titolo di una mostra/convegno sugli avvenimenti bellici post sbarco organizzata da mio fratello Ostilio a metà degli anni ’90, credo nel gennaio 1996, presso la sala Manzù della biblioteca comunale di Aprilia.

Ricordo che aveva voluto fossi presente. Era stato un evento ben riuscito: molte le testimonianze, interventi accorati di persone di Aprilia (quasi tutte decedute ad oggi, purtroppo) di chi la guerra l’aveva vissuta sulla propria pelle e poi lavorato per la ricostruzione con tanti sacrifici per ritornare al benessere perduto.

Dopo la morte trovai un quaderno dalla copertina blu con i suoi appunti per la preparazione dell’evento. Lessi tra le motivazioni l’importanza di “ricordare soprattutto le sofferenze della popolazione civile” impreparata ad affrontare quanto di drammatico avvenne nei giorni successivi lo Sbarco alleato sul litorale di Anzio e Nettuno nel gennaio 1944; la popolazione a subire i primi bombardamenti ed a fuggire abbandonando repentinamente le proprie abitazioni e quanto di più caro faticosamente si era riuscito a realizzare.

Ricordo rimasi colpita da questi suoi scritti; successivamente nel 2010, alla costituzione della mia associazione, decidemmo fosse il nome più adatto per l’attività che ci proponevamo di svolgere. “Un ricordo per la pace” è il nome con cui ho voluto designare anche la collezione storica di mio fratello Ostilio: finalità primaria della costituzione della mia associazione è quella di realizzare nel centro di Aprilia un’esposizione civica permanente di questi reperti (e altre donazioni di cittadini apriliani che sono arrivate nel tempo) a ricordo di quei tragici avvenimenti.

L’idea di realizzare un museo ad Aprilia

Alla scomparsa di Ostilio , nel maggio 1999, la mia famiglia si trovò nel dilemma di come disporre della sua collezione di cimeli di guerra, escludendone in maniera categorica la vendita ad avidi collezionisti del settore.

Era la sua passione, nata da bambino sulla scia del nonno, il Maggiore dei Bersaglieri Giuseppe Bonacini, già volontario nei Volontari Ciclisti Automobilisti agli esordi della Prima Guerra Mondiale e pluridecorato al V.M. Lui che aveva inculcato nel nipote l’amore per la Patria e la storia militare ed il culto degli eroi di guerra con i  suoi racconti avventurosi dei primi combattimenti contro gli austriaci sulle Alpi Venete.

Come famiglia pensammo che tali materiali non dovessero essere dispersi ma messi gratuitamente a disposizione della cittadinanza in un’esposizione museale qui ad Aprilia.

Il progetto sottoposto all’attenzione dell’amministrazione comunale a partire dall’ottobre 1999 ha trovato parziale accoglimento nell’esposizione “Un ricordo per la pace” sul tema “Aprilia in guerra: la Battaglia di Aprilia” realizzata nel 2013 presso l’auditorium dell’I.I.S. Rosselli, ove già dal 2008 era presente una piccola mostra di 35 pezzi della collezione Bonacini.

La mostra a cura della nostra associazione venne realizzata con patrocinio economico del Comune di Aprilia. L’inaugurazione del nuovo allestimento nell’aprile 2013, circa 3 mesi dopo la delibera di accettazione della collezione, oltre 300 i pezzi affidati al Comune a titolo perenne e gratuito per finalità museali. La sede presso l’Istituto scolastico ritenuta temporanea in attesa di reperire locali nel centro di Aprilia, promessa che finora non è stata mantenuta. Nel piazzale dell’Istituto un anno dopo, il 18 febbraio 2014 venne realizzato il Memoriale dedicato ad Eric F. Waters ed ai Caduti senza sepoltura del 1944, su proposta della nostra associazione e del veterano britannico Harry Shindler. Pareva naturale il collegamento memoriale-mostra storica. Siamo rimasti sbalorditi, al cambio di competenza dell’auditorium ospitante la mostra da I.I.S. “C. e N. Rosselli” a Liceo “A.Meucci” ed in particolare all’insediarsi della nuova dirigente ci sia stata intimata la rimozione dell’esposizione, che comunque ad oggi permane in quella sede, sebbene oscurata, transennata e invisitabile.

Quanto è importante ricordare e custodire i ricordi e le esperienze di vita di quel periodo storico?

“È molto importante ricordare, da lì le basi della nostra Repubblica, della nascita dei principi democratici, della nostra libertà.

 

I nostri anziani, sono stati dei giovani, hanno lavorato, combattuto, alcuni sono stati fatti prigionieri ed altri non sono più tornati…qual è il messaggio che deve rimanere impresso nei nostri giovani?

“È una generazione che ha dato un insegnamento di vita che dovrebbe rimanere impresso nella nostra coscienza; certo è anacronistico pensare che i giovani ripropongano oggi lo stesso comportamento. Ogni famiglia credo tuttavia dovrebbe fare opera di trasmissione dei valori di chi ci ha preceduto, delle storie degli eroi di famiglia, di chi ha contribuito alla rinascita dell’Italia nel dopoguerra; le Istituzioni e la scuola hanno il dovere del mantenimento della memoria.

Credo che il messaggio che ci hanno lasciato i nostri anziani, rarissimi quelli ancora viventi, avendone il terribile virus falcidiati in gran numero nel corso di quest’anno,  sia fondamentalmente il richiamo ad un senso civico che nel tempo è andato perso, ed a cui il Covid ci sta invece richiamando bruscamente.

Il vivere civile impone il rispetto delle regole, talvolta sono necessari anche notevoli sacrifici per il bene comune. In quella generazione ciò era scontato, e comunque accettato con dignità; ora si è molto più insofferenti e l’egoismo impera. I risultati sono sotto gli occhi di tutti”.

Pensando al futuro, quali sono le sue aspettative per l’Associazione da lei curata?

“Abbiamo molti progetti in corso. Quelli più rilevanti per cui continueremo con il massimo impegno sono certamente “Memoria agli IMI” dedicato alla divulgazione della storia degli Internati Militari Italiani nei campi nazisti ed al conferimento delle Medaglie d’Onore ed il progetto “MIA”. Acronimo di Missing in Action, “MIA” è un progetto condiviso con il Gruppo Ricerche storiche, che svolgiamo in collaborazione con il DPAA, Ente del Dipartimento della Difesa Statunitense. È dedicato alla ricerca dei dispersi nei combattimenti del 1944 nelle zone di Aprilia, Anzio, Cori, Velletri, Cisterna e Lanuvio: sono 190 i dispersi su cui stiamo indagando, i nominativi forniti dallo stesso DPAA che ha il compito di localizzare e identificare i resti degli oltre 83.000 soldati americani dispersi nelle guerre mondiali e nei conflitti più recenti.

Le nostre aspettative sono di riuscire a realizzare quanto prima il “Museo per la pace” nel centro di Aprilia. Un progetto che già ci vede affiancati da alcune associazioni d’Arma di Aprilia e che comunque è aperto alla collaborazione di altre associazioni.

Un progetto per cui abbiamo raccolto centinaia di firme di cittadini ed imprenditori di Aprilia, protocollata la richiesta al Comune di Aprilia già a partire dal 2017.

“Museo per la pace” è un progetto che porteremo avanti anche sotto forma virtuale/on line in collegamento con altre realtà museali nazionali ed estere toccate dagli avvenimenti cruciali della seconda guerra mondiale, in un’ottica di valorizzazione della storia di Aprilia.

Tra i punti cardine del progetto il coinvolgimento non solo delle giovani generazioni ma di persone di ogni età e provenienza culturale attraverso le più variegate attività di memoria ed iniziative in cui anche il visitatore possa avere un ruolo interattivo di arricchimento dei contenuti museali.

Tra le iniziative future non ultime in ordine di interesse quelle contro la violenza di genere, il razzismo, l’omofobia e il bullismo. Tematiche che ci stanno molto a cuore e per cui speriamo di dare il nostro piccolo contributo, affiancandoci nelle collaborazione con le associazioni già così valide e attive nel territorio.

In definitiva, il nostro è un progetto nato sul concetto di accoglienza e condivisione e non si riduce ad una mera esposizione di reperti bellici. Stiamo lavorando sodo, remando controvento: un sogno che prima o poi troverà realizzazione. Non molliamo”.

testo integrale e foto di Elisa Bonacini

 

 

 

Di Consuelo Noviello

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