Oggi è il Giorno del Ricordo…per non dimenticare. In Italia in questa giornata ricordiamo i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. Dal 2004, ad oggi sono trascorsi 15 anni da questa data divenuta un simbolo, un ricordo, la memoria di quanto avvenne durante la seconda guerra mondiale e nel dopoguerra…dal 1943 al 1945. La data prescelta è il giorno in cui, nel 1947, furono firmati i trattati di pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia l’Istria, il Quarnaro e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell’Italia. Da quella data si ricordano i circa ventimila italiani torturati, assassinati e gettati nelle foibe, le fenditure carsiche, dalle milizie della Jugoslavia di Tito alla fine della seconda guerra mondiale. La memoria delle vittime delle foibe e degli italiani costretti all’esodo dalle ex province italiane della Venezia Giulia, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. La guerra, il massacro, la prepotenza, la violenza sono argomenti di cui si parla in queste giornate e sappiamo quanti morti i conflitti hanno creato. Si uccide per razza, per religione, per appartenenza, per ideologia politica, si uccide il diverso, l’uomo che può essere una minaccia, un intralcio ai propri programmi di potere. I morti sono tutti morti, non ci sono bandiere, non ci sono ragioni, scusanti o motivazioni per questi atti brutali. Pura violenza fine a se stessa. Si ricorda, il problema non è il ricordo ma il non permettere che possano di nuovo avvenire tali nefandezze. Spetta all’uomo moderno cambiare strada, perchè di morti, di decimazioni di massa, di popoli ed etnie cacciate dai propri luoghi, spogliati dei lori beni, allontanati dai lori affetti ce ne sono stati e ce ne sono ancora. Tutto per il potere, il denaro e la voglia di supremazia. Ed allora in questo giorno ricordiamo, per non dimenticare, perchè non avvenga mai più. << Tra il maggio e il giugno del 1945 migliaia di italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia furono obbligati a lasciare la loro terra, circa 250mila. Altri furono uccisi dai partigiani di Tito, gettati nelle foibe o deportati nei campi sloveni e croati...>>.

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Di Consuelo Noviello

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