“Assunzione della Beata Vergine Maria”
Elevata alla Gloria del Cielo, Maria è Modello e Via di coloro che attendono con fiducia la salvezza

Il 15 agosto è per antonomasia la data storica nell’immaginario popolare per diverse ragioni: prima di tutto è il periodo dell’estate che segna la scelta del riposo, una stragrande maggioranza dei lavoratori individua in questo periodo quel momento di riposo dalle fatica quotidiane delle proprie mansioni. Ma dando anche uno sguardo alla storia cerchiamo di analizzare da dove nasce questa tradizione per arrivare al significato e senso spirituale della Solennità oggi celebrata. Il nome della festa di Ferragosto deriva dal latino feriae Augusti (riposo di Augusto), in onore di Ottaviano Augusto, primo imperatore romano, da cui prende il nome il mese di agosto. Era un periodo di riposo e di festeggiamenti, istituito dall’imperatore stesso che aveva origine dalla tradizione dei Consualia, feste che celebravano la fine dei lavori agricoli, dedicate a Conso, che, per i Romani, era il dio della terra e della fertilità. In tutto l’Impero si organizzavano feste e corse di cavalli, e gli animali da tiro, esentati dai lavori nei campi, venivano adornati di fiori. Inoltre era usanza che, in questi giorni, i contadini facessero gli auguri ai proprietari dei terreni ricevendo in cambio una mancia. Anticamente, come festa pagana, era celebrata il Primo agosto. Ma i giorni di riposo (e di festa) erano in effetti molti di più: anche tutto il mese, con il giorno 13, in particolare, dedicato alla dea Diana. Questi giorni di festa coincidevano e si sovrapponevano in parte a quelli dell’antiche feste romane dei Vinalia Ristica, Nemoralia e Consalia, giorni di riposo dal lavoro dei campi con feste e celebrazioni varie in onore del quale Romolo pianificò il ratto delle Sabine, Conso, il dio dei granai e della fertilità. Queste antiche feste di ferragosto si concentravano per lo più nella giornata del 1 agosto ma arrivano fino al 21 agosto. È celebre il Palio dell’Assunta di Siena, del 16 agosto originato evidentemente da queste tradizioni. Augusto voleva offrire altri giorni a braccianti ed agricoltori affinché si potessero riprendere dalla fatica di un anno di fatiche. Un bel modo per l’imperatore di attirarsi le simpatie ed il consenso del popolo e dei lavoratori agrari! Per quanto invece riguarda il suo significato spirituale, iniziamo con il dire che, l’Assunzione della Beata Vergine Maria è un “dogma” ovvero è una verità di fede assoluta, definitiva, infallibile, irrevocabile e indiscutibile rivelata da Dio attraverso la Bibbia o la Sacra Tradizione. Né il Papa né una decisione conciliare possono abrogarlo o negarlo, dopo averlo proclamato. Papa Pio XII, il 1° novembre 1950, ha pubblicato la Costituzione Apostolica  Munificentissimus Deus che proclama il dogma con queste parole: “Dopo aver innalzato molte e ripetute preghiere a Dio e aver invocato la luce dello Spirito di Verità, alla gloria di Dio Onnipotente, che ha donato alla Vergine Maria la sua peculiare benevolenza; per l’onore di suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte; Per aumentare la gloria della stessa augusta Madre e per la gioia e la gioia di tutta la Chiesa, con l’autorità del Signore nostro Gesù Cristo, dei beati Apostoli Pietro e Paolo e con il nostro, pronunciamo, dichiariamo e definiamo dogma divinamente rivelato, che l’Immacolata Madre di Dio, sempre Vergine Maria, dopo il corso della sua vita terrena, è stata assunta anima e corpo alla gloria celeste”. Una verità diventa dogma, dopo essere stata proposta direttamente dalla Chiesa cattolica ai fedeli come parte della loro fede e dottrina, attraverso una definizione solenne e infallibile del Magistero Supremo della Chiesa. Lo specifico del cristianesimo è la speranza della resurrezione, la certezza che la morte non ha l’ultima parola sulle vicende degli uomini e della creazione intera. E questo per una ragione molto semplice, ricordataci da Paolo: “Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti” (1Cor 15,20); è lui “il primo nato tra quelli che sono morti” (Col 1,18), è lui che ci ha aperto la strada e ora ci attende nel Regno. Eppure dobbiamo riconoscere la nostra enorme fatica ad aderire a questa realtà, di cui ogni eucaristia è memoriale. In altre parole, crediamo davvero nella vita eterna che ci attende dopo la nostra morte? Concludiamo la nostra riflessione con una piccola meditazione di Enzo Bianchi, Comunità di Bose, che traccia in modo semplice e senza dubbi il significato spirituale di questa grande solennità dedicata a Maria. Partendo da una semplice considerazione, aggiungiamo che: Maria è Porta sicura attraverso la quale passa la nostra intercessione. Maria è Arca dell’Alleanza che trascina con se l’umanità confusa. Maria è Madre in virtù del grande privilegio di avere acquisito tutta l’umanità redenta dal sacrificio del Figlio Suo. Maria è la Corredentrice, che collabora e partecipa attivamente alla salvezza delle anime. Maria è soprattutto Rifugio e Conforto quando le asperità della vita si incrostano di dolore, si riempiono di ingiustizia, si viene lacerati dalla prova della vita. “La festa dell’Assunzione della Vergine Maria, del suo Transito da questo mondo al Padre si colloca proprio al cuore di questa domanda. Nel tentativo di rispondere ad essa la chiesa indivisa ha compreso fin dai primi secoli che in Maria, madre del Risorto, donna che aveva acconsentito in sé al «mirabile scambio» tra Dio e l’uomo, era anticipata la meta che attende ogni essere umano: l’assunzione di tutto l’umano e di ogni essere umano nella vita di Dio, per sempre; «Dio tutto in tutti» (cfr. 1Cor 15,28). E così la grande Tradizione della Chiesa è giunta gradualmente a proclamare Maria al di là della morte, in quella dimensione altra dell’esistenza che non sappiamo chiamare se non «cielo»: Maria è terra del cielo, è primizia e immagine della Chiesa santa nei cieli! Affermare questo di Maria non richiede di compiere complesse indagini sull’evento della sua morte. Al contrario, per chi ha «un cuore capace di ascolto» (cfr. 1Re 3,9), è sufficiente andare all’inizio della vicenda di Maria, narrato nel brano evangelico odierno: l’incontro tra Elisabetta e Maria, celebrato da quest’ultima con il canto del Magnificat. È un testo dalle inesauribili profondità che, letto oggi, ci dice una cosa semplicissima e fondamentale: la vita eterna per ciascuno di noi comincia qui e ora, a misura della nostra capacità di amare ed essere amati, un amore che manifesta la verità della nostra fede e della nostra speranza” (Cfr., ENZO BIANCHI, Commento al Vangelo di Luca 1, 39-56, 15 agosto 2013. Lo specifico del cristianesimo è la speranza della resurrezione, la certezza che la morte non ha l’ultima parola sulle vicende degli uomini e della creazione).

immagini dal web

Di Consuelo Noviello

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